Tiny House: la casa del futuro!

La vita di Silvia è simile a quella di molti ragazzi della sua età (25 anni) abbastanza adulta da poter lavorare ma non sufficientemente indipendente da vivere da sola. Ha studiato per tutta la vita convinta che arrivare ad avere una laurea le avrebbe assicurato un futuro, è stata sostenuta dalla famiglia ma è giunto il momento di spiccare il volo.



Per riuscirci fa diversi lavori, sia da casa dal pc che di persona, molto spesso non al livello del suo titolo di studio. Anni passati ad accrescere la conoscenza per ritrovarsi con un pugno di mosche in mano, completamente impreparata alla giungla del lavoro.



Con i pochi soldi racimolati è riuscita a prendere in affitto un posto letto in una casa condivisa con altri ragazzi, studenti o lavoratori. Silvia è frustrata, perennemente sotto stress, demotivata. Continua a vivere come quando da fuorisede condividi gli spazi con altre persone, e non sempre vai d’accordo con tutti.

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La stanza condivisa con la sua coinquilina limita la sua libertà di invitare amici, di avere intimità. Ma l’alternativa non è migliore, ritornare a casa con i genitori, un rischio inevitabile se i due/tre lavoretti saltassero, eventualità non da escludersi.

È una ragazza che quando riesce a prendersi qualche giorno di riposo li passa con la famiglia, perché le vacanze non sono contemplate, se non rare eccezioni, deve risparmiare e non ci riesce.

Silvia sopravvive.

Continua ogni mese a sentirsi con il fiato sul collo, nessuno ti prepara alle bollette, la spesa, le tasse ed altre incombenze “ a sorpresa”.

Silvia è giovane anagraficamente, ma sente un peso sulle spalle insostenibile, sa di non avere le possibilità dei suoi genitori, sa che probabilmente se volesse una casa propria e una famiglia dovrebbe aspettare ancora molti anni, per poter avere un minimo di stabilità economica.

Dal momento che per necessità deve risparmiare inizia a fare delle ricerche…

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In tanti anni di studio le hanno parlato della sostenibilità ambientale, dell’ecologia e del riciclo in tutte le salse, ma non ha mai realmente avuto dei comportamenti che fossero congrui a questi ideali che infondo rispetta e comprende appieno.

Arriva l’illuminazione quando scopre la corrente del MINIMALISMO, il DECLUTTERING e una nuova forma di abitare: la TINY HOUSE.

Scopre che fare una cernita e selezione dei propri averi, senza comprare compulsivamente oggetti inutili è la prima azione semplice che può attuare per contenere i costi.


Così un weekend inizia ad esaminare tutto, vestiti, stoviglie, apparecchi elettronici… scopre di avere molti oggetti doppi, di avere vestiti finiti in fondo all’armadio che non indossa da anni, di avere oggetti nuovi usati pochissimi.

Seguendo i consigli online fa 4 semplici azioni:

  1. Butta tutto ciò che è rotto o estremamente rovinato e non può essere riparato

  2. Ripara o rimette in uso oggetti utili che ha ritrovato

  3. Vende quegli oggetti in buono stato che però non le servono più, così da racimolare qualche guadagno extra

  4. Dona alcuni dei suo vestiti in buono stato, o coperte in eccesso ad associazioni di volontariato che aiutano chi è in difficoltà

Dopo queste azioni Silvia si sente già meglio, la pesantezza e un po’ di stress sono andati via, si sente più leggera.

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Però è ancora nell’appartamento condiviso, ha ancora tante spese e un lavoro precario.

Non si perde d’animo ed approfondisce le ricerche sulle “tiny homes” piccole case completamente indipendenti, anche su ruote che le permetterebbero di spostarsi ed avere più opportunità di lavoro senza esser condizionata da un affitto.


L’idea la entusiasma, è tornata a sorridere sempre più spesso, questo sogno cresce in lei giorno dopo giorno. Ha scoperto che negli U.S.A. il Tiny House Movement è diffuso e molti ragazzi della sua età vivono felicemente in piccolo.


Inizia a fare più caso allo spazio che usa nella casa: il suo lettino singolo, la scrivania con il pc, il bagno e di passaggio la cucina. Avere gli stessi spazi in un unico ambiente più piccolo senza doverli condividere con nessuno le sembra la soluzione perfetta.

Scopre i villaggi di tiny house in Europa, nei quali dei suoi coetanei possono affittare una tiny house ed hanno un grande spazio all’aperto condiviso, pur mantenendo lo spazio privato all’interno della mini casa.

Cerca, cerca… continua incessantemente la ricerca in Italia, non vuole dover andare all’estero per realizzare il suo sogno.


Inizia a perdere le speranze e tutta la frustrazione torna a farsi presente, chiunque intorno a lei le dice che è una follia, che in Italia solo nei campi nomadi vivono in case mobili, le dicono di stare con i piedi per terra, che una cosa del genere non sarà mai accettata dagli italiani.

 

Si è quasi arresa alla vita da studente/lavoratore senza futuro quando le appare come un miraggio un sito che promuove lo stile di vita nelle piccole case, un’associazione italiana di giovani ragazzi che hanno il suo stesso sogno.

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Silvia non riesce a credere ai suoi occhi, divora ogni contenuto presente, non capisce se sono solo chiacchere o c’è del fondamento, ma già leggere di altre persone che credono in questa filosofia di vita le da quella carica di cui ha bisogno.

 

Una sera, mentre leggeva i forum e gli articoli riguardanti le Tiny House in Italia le appare un annuncio che diceva:


 

 VUOI ESSERE UNO/A DEGLI ABITANTI DEL PRIMO VILLAGGIO DI TINY HOUSE REALIZZATO IN ITALIA?!

Sei disposto a metterti in gioco, a partecipare nel limite delle tue possibilità all’esperimento sociale di vita in una piccola casa su ruote ad alta efficienza energetica ed auto-sostenibile?!

Per partecipare inserisci i tuoi dati.

SII PARTE DELLA NUOVA RIVOLUZIONE ABITATIVA: LA TINY HOUSE È LA CASA DEL FUTURO!

 

 

La luce infondo al tunnel, Silvia non perse un secondo di più, compilò il modulo e invio tutto, incrociando le dita speranzosa, non le importava dove sarebbe sorto il villaggio le importava solo che avrebbe potuto finalmente realizzare il sogno, per il lavoro si sarebbe reinventata, come aveva già fatto più volte dalla laurea.


Cosa è successo dopo quel primo contatto?



L’Associazione LIVING TINY ITALIA rispose a Silvia dicendole che era una candidata perfetta per il progetto, che il suo sogno si stava per realizzare, il progetto era in fase di approvazione e raccolta fondi anche attraverso bandi.


Entro pochi mesi si sarebbe avviata la realizzazione delle prime tiny house e definiti gli accordi per la creazione del Villaggio, le comunicarono il luogo.


Per la Tiny House c’erano due opportunità:

  1. Avere un contratto d’affitto mensile, ad un prezzo contenuto e perfettamente accessibile per lei.

  2. Avviare un mutuo/prestito per avere una Tiny House di proprietà e poter vivere nel villaggio con l’affitto della piazzola, per un periodo da definirsi nelle fasi successive del progetto.

 

Silvia mentre aspettava la risposta aveva parlato di questo suo progetto anche ad amici ancora costretti a vivere con i genitori nonostante lavori più stabili del suo, dicendogli di compilare il form e provare ad entrare a far parte di questo fantastico progetto.

 

In pochi mesi le richieste che ricevette l’associazione erano tantissime, l’entusiasmo per il progetto divenne contagioso e quando arrivò il giorno dell’inaugurazione del PRIMO VILLAGGIO DI TINY HOUSE ITALIANO accorsero tantissime persone… fu una festa eccezionale!

Il sogno è diventato realtà!

 

La storia che ti ho raccontato è la visione che mi spinge a portare avanti il progetto di promozione e valorizzazione delle Tiny Houses.


Sono l’arch. Giulia Fasoli la Presidente dell’associazione nascente Living Tiny Italia e voglio dirti che se ti sei ritrovata/o nel racconto qui sopra, che tu sia giovane o meno giovane, a prescindere dal tuo conto in banca dalle tue convinzioni politiche e religiose, questo progetto fa per te se:

  • Sei stufa/o di vivere senza un luogo da sentire realmente casa;

  • Sei attenta/o all’ambiente, l’ecologia non è solo una bella parola per te ma metti in pratica delle azioni volte a inquinare meno e rispettare il pianeta terra ed i suoi abitanti;

  • Essere sostenibile è un tuo obiettivo nella vita

  • Sei pronta/o a scardinare anni e anni di convinzioni sullo stile di vita che una persona deve avere

  • Hai deciso di volerti prendere cura di te e di prendere decisioni volte a tale scopo

  • Ami le Tiny Houses, ogni volta che le vedi in televisione resti a guardarle con gioia e curiosità

  • Hai voglia di condividere delle esperienze con altre persone ma allo stesso tempo hai bisogno della tua autonomia, di uno spazio privato in cui goderti un po’ di solitudine introspettiva.

  • La natura ti attira, hai bisogno di stare nel verde per ricaricare le batterie

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Ci saranno forse altri motivi, ma credo questi siano i principali, se ti ritrovi in alcuni o addirittura in tutti sei nel posto giusto, mettiamo le basi per realizzare il nostro SOGNO CONDIVISO.

DIVENTA PIONIERE DELLO STILE DI VITA DEL FUTURO!

Lo so, è un po’ forte come affermazione, non mi prendere per matta, secondo me una riduzione delle dimensioni delle nostre case sarà inevitabile.

Nell’ultimo decennio nelle nuove costruzioni già si è ridotta drasticamente la metratura, ma queste case non sono pensate con l’approccio da “tiny house” quindi non sono vivibili alla stessa maniera, negli altri articoli del mio blog trovi altre informazioni su queste abitazioni (qui).


Grazie di esser arrivato fino qui, non è ancora pronto l’annuncio come nell’ideale realtà di Silvia, ma se avresti compilato anche tu quel MODULO ti lascio la possibilità di farlo cliccando il bottone qui sotto:

 


Aspetto di leggere le tue risposte, più saremo a condividere questo sogno più opportunità avremo di vederlo realizzato, io ci metterò tutto l’impegno possibile, e tu?

A presto,

Giulia